- Lascia che medici, ricercatori, organizzazioni sanitarie, responsabili facciano il loro lavoro senza interferire. Da’ a Cesare quel che è di Cesare. A casa mia significa “anche se non sono d’accordo, quando il momento lo richiede, seguo le regole”. Ti offro questa interpretazione. Perché? Perché nel caos produrre altro caos è inutile. A un certo punto si trarranno le somme, e finita l’emergenza le valutazioni saranno più sensate con i numeri alla mano.
- Starai a distanza di sicurezza e ti laverai le mani come indicato? Spero proprio di sì. Lavati anche la mente allora. Sta’ a distanza dai pensieri catastrofici. C’è già chi gestisce l’organizzazione delle cose. Qualsiasi cosa stiano facendo è il meglio di quello che sanno fare in questo momento. Intanto tu ringrazia ogni giorno mentalmente chi sta sul campo, invia pensieri d’amore e sostegno a chi sta male e fa’ un esercizio di gratitudine per la tua buona salute.
- Al risveglio e invece di fiondarti sulle ultime notizie, guarda fuori dalla tua finestra (mentale). Sta arrivando la primavera. La natura va avanti. Puoi goderti il sole, l’aria, il risveglio, leggere un libro sul balcone di casa o fare una passeggiata al parco se stai bene e puoi uscire.
- Smetti di cercare complotti e untori, smetti di cercare notizie che confermino il tuo desiderio di addossare colpe a qualcuno che ha fatto o non fatto qualcosa. Non sai che l’essere umano è dotato di una buona dose di irrazionalità? A volte questo è utile e funziona bene, perché fa parte delle reazioni istintive salvavita, per esempio per una frenata improvvisa, a volte quando si crea panico prolungato questa funzione può interferire con i comportamenti appropriati. Stai cercando spiegazioni e colpevoli perché hai paura e ti senti impotente di fronte a un “nemico invisibile”. Siamo esseri umani, comprendi, perdona, sostieni.
- Molte scelte sono fatte sulla nostra testa, non è questa la prima né sarà l’ultima. Ora tuttavia devi pensare alla collettività e al bene degli altri, oltre che al tuo. È il momento, ora.
- L’energia va dove metti il focus. Questo nome adottato dalla medicina per definire questo stato di malattia viene ripetuto migliaia di volte in tutte le bocche, in ogni articolo, telegiornale, video. Smetti di parlarne e di nominarlo. Anche qui lascia che siano i medici e il personale sanitario a farlo. Loro hanno l’approccio mentale e la preparazione. Ogni volta che senti questo nome sostituiscilo con un pensiero di guarigione e di salute e evita di rinominarlo per qualsiasi motivo. La ricerca sul cervello ci dice che parlare costantemente di malattia e sviscerarne gli aspetti pericolosi ha un impatto sull’energia mentale, quindi sull’umore, quindi sulla motivazione, quindi sui comportamenti.
- Sei spesso su internet? Diffondi messaggi di pace oppure prendi una pausadal web.
- Questo periodo finirà. Il modo in cui lo avrai affrontato sarà importante per la tua crescita mentale ed emozionale. Un atteggiamento “morboso” invece ti pone in uno stato interiore di tormento, perché genera pensieri negativi, egoistici e irrazionalità. D’altra parte uno dei motivi più evidenti per cui esistono misure di contenimento è di carattere organizzativo, le strutture non possono accogliere più di un certo numero di persone. Cerca di alleggerire con l’autodisciplina e il supporto tutte le brave persone che sono sul campo. Da’ una mano.